Attese

Non è sempre facile affrontare un’attesa, i minuti sembrano scorrere lenti, gli istanti non finire mai. Eppure nelle attese puoi radunare i pensieri, puoi accarezzare quel lembo di tempo come fosse un piccolo gioiello prezioso, puoi riflettere sulla vita… sulla morte.
Si dice che saper attendere, con lo spirito giusto, tempri la mente. Nelle attese gli istinti ribelli si acquietano e spaziano nella ragione, l’intelletto prende i suoi respiri ossigenando i buoni pensieri e alienando quelli cattivi, si ragiona, la logica soffia sui tempi e il senno ruba gli spazi alla follia.
Attendere è saper comprendere gli spazi altrui, non puoi sempre essere al centro dei pensieri degli altri e te ne fai una ragione quando qualcuno sembra non vedere il tuo malessere. E nel dolore di apprendere anche questa verità cresce il proprio amore… per se stessi… per me… per la vita.
Attendere è guardare le luci della città che si riflettono sui vetri, testimoni inconsapevoli di lacrime solitarie e di tanto dolore. E mentre fuori riempiono lo spazio nel buio, e la vita scorre ignara di tutto quello che ti passa dentro, attendi. Attendi che il sonno arrivi presto ad appesantire le palpebre e racchiudere il tempo in uno spazio sospeso, perché nel sonno il tempo perde la sua cadenza e tutto è relativo.
E’ un momento magico dove i sogni divengono la mia realtà, le attese perdono il loro valore, le insicurezze si prendono una pausa e il dolore scompare.
E poi tutto ricomincia. Un ciclo continuo. Un ciclo di vita.
Ecco, oggi riapro gli occhi e scopro che anche la mia attesa è finita. Un nuovo giorno ha sentito il mio cuore battere ancora e i miei pensieri gridare: mi sono ripresa la vita.

(dedicata alla Prof.ssa M. e alla Dott.ssa R. che hanno sopportato, con la loro pazienza, e supportato con il loro intelletto, questo mio lungo cammino, al Dott. V per le grandi chiacchierate e per la sua umanità, al personale infermieristico che ogni giorno con pazienza e amore per il proprio servizio mi hanno assistita, alle OSS che hanno visto pianti, sorrisi e molto altro, G R A Z I E)

Modena, 26 gennaio 2014