Blogtour “La vita e così sia” – Sottolineature di versi
Oggi ospito la terza tappa del blogtour “La vita e così sia” di Giuseppe Zanzarelli.
Giuseppe è un poeta giovane, ma per quanto lo sia in questa silloge riesce ad approfondire un tema molto intenso e complicato: la vita e i dubbi quotidiani dell’esistenza. Li esamina in profondità, in una maniera delicata, con versi liberi che a mio parere sposano bene l’argomento. Così, passando per la vita di chi incontra e anche in quella di chi non c’è più, nei ricordi e nelle immagini che a lui stanno a cuore, analizza i suoi pensieri e li mette su carta:
Mi sono avvicinato/c’era un germoglio/proprio lì, dov’eri tu.
versi che troviamo nella poesia che apre la raccolta, Il tuo odore è la mia vita. Versi che sintetizzano anche il significato della copertina: quel seme che diventa germoglio di vita che ogni individuo annaffia per non farlo seccare, così da dar via a un’esistenza completa, compresi i ricordi, senza dei quali saremmo vite a metà. “Di te” è una delle poesie dei ricordi, degli odori e dei sapori; poesia breve, dai versi stringati, essenziali.
E i dubbi sull’esistenza? Sono racchiusi nella poesia “È forse vita”:
E’ forse vita questo rodere di pensieri/che si confondono nella torba/di qualche cultura e germogliano/all’ombra della malva/[…]/e che mentre il sole cala/accolgono lacrime salate,/le tue, le mie/
versi molto intimi, che racchiudono l’essenza del poetare di Giuseppe: parole semplici, concetti semplici, ma non per questo poco efficaci.
Giuseppe Zanzarelli in questa raccolta racchiude anche le sue riflessioni sui fatti della vita, quelli che ci circondano: l’immigrazione e l’inquinamento. O fatti avvenuti in un passato che lui non ha vissuto direttamente – perché non era ancora nato – ma come “lo spettatore che viene dopo”, quello che va a visitare i luoghi dei ricordi e rimane colpito da ciò che vede: 27 giugno 1980, la strage di Ustica:
Voci, voci, e ancora voci, brividi/e soprattutto ricordi naufragati,corpi dimenticati/una carcassa recuperata, ricomposta/anima muta.
misteri irrisolti e tracce indissolubili. Un ossimoro che tutti gli anni, quando cade l’anniversario, ci propinano (e scusate per il propinano, ma a volte non sopporto i media) per non dimenticare.
Chiudo la mia breve analisi con tre versi di Giuseppe che io ho fatto miei cambiando i soggetti, perché mi ricordano un avvenimento della mia esistenza:
Io amavo la vita/tu l’autunno/ci siamo persi.
che, come dico sempre, dimostrano l’universalità della poesia. Versi che diventano il patrimonio di ognuno di noi, liberi da interpretare e fare propri.
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Xo Xo Rita Angelelli
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Analisi impeccabile. È valsa la pena di attendere 🙂
Onestamente sono gelosa, sarebbe piaciuta anche a me la tua analisi
Bravo Giuseppe, parole mai banali e spazio interpretativo per chi legge. Complimenti!