L’intervista del Direttore: Vinicio Salvatore di Crescenzo

1) Perché hai cominciato a scrivere poesia?

Si comincia a scrivere quando si percepisce il bisogno di raccontare, descrivere o rendere indelebile nell’immediato uno stato d’animo altrimenti irripetibile, che sia poi per se stessi o per chi legge non ha importanza, necessario è, dare sfogo alla propria natura espressiva in qualche modo. I sentimenti archiviano immagini, ricordi e sensazioni, la mente elabora e archivia. Il compito di chi fa poesia, è quello di liberare tutto questo, dando un corpo e un’anima a questa meravigliosa forma espressiva.

2) Hai un’immagine nella memoria che ti ricollega al momento in cui hai scritto la tua prima poesia?

In realtà le immagini sono molte, e anche abbastanza remote. In particolare, descrissi il bizzarro volo delle rondini colte da un improvviso temporale in una delle mie primissime poesie, quasi le vedessi sofferenti sotto quel plumbeo cielo in un giorno d’estate. Osservavo il loro confuso andirivieni dalle improbabili e spericolate traiettorie, e le immaginavo infreddolite e deluse da quell’improvvisa e violenta pioggia che aveva tradito la ragione del loro lungo viaggio verso il sole e il caldo.

3) Dal momento in cui hai iniziato a scrivere a oggi com’è cambiata la tua poesia e il tuo modo di fare poesia?

Direi in maniera totale nella forma, grazie a una fisiologica e naturale maturazione artistica, ma semplicemente intatta nei contenuti. Gli stimoli sono gli stessi: la natura e il mondo con i suoi elementi, i sentimenti umani e le emozioni che ne conseguono. Tutto questo, rappresenta ancora oggi l’incipit per ogni ispirazione, la materia prima di ogni verso. Naturalmente, ho provveduto nel tempo a una sempre più minuziosa ricerca di termini e parole, che rendessero i miei concetti, il più possibile aderenti alla mia idea iniziale, che rispecchiassero insomma fedelmente, la vera sostanza delle mie sensazioni.

4) Che cosa ha aggiunto la scrittura alla tua vita?

Mi ha dato l’opportunità di affinare la mia sensibilità verso il mondo e verso la pura osservazione delle cose. Mi ha permesso di riflettere sulla natura umana, concentrando l’attenzione sui sentimenti nelle sue varie forme. Ma fattore più importante, mi ha permesso di instaurare un contatto intimo e diretto, con l’anima delle persone che hanno scelto di scoprirmi attraverso le mie composizioni. Non esiste dono più gradito per un poeta, che quello di scoprire, anche solo per un attimo, di aver fatto vibrare le corde emotive di qun’altra persona e di averle regalato un istante di evasione totale dal mondo reale.

4) A che lettore pensi quando scrivi poesia? Hai un pubblico ideale?

Solitamente chi legge poesia ha la stessa esigenza di chi la scrive, e cioè quella di uscire idealmente dalla quotidianità alla ricerca di uno spazio nel quale liberare le proprie sensazioni senza inibizioni o indugi. Altra componente fondamentale è la volontà di stabilire con l’autore una sorta di collegamento emotivo e intimo, che permetta a entrambi di entrare l’uno nell’animo dell’altro. Mi aspetto quindi persone di grande sensibilità, ma anche molte altre che abbiano desiderio di provare esperienze nuove ed eccitanti attraverso la scoperta di questa nobile forma espressiva.

 

6) Quanto la tua poesia è influenzata dall’attuale situazione politica e culturale? E come convivono?

Direi che la mia poesia segue binari diversi dal mondo politico circostante, il quale non tocca né condiziona, il mio modo di scrivere sotto il profilo emozionale, poiché legato fortemente alle mie libere percezioni. Chi fa poesia ascolta solamente se stesso esulandosi dal mondo circostante e seguendo soltanto i propri istinti, Diverso è il discorso collegato al fattore cultura invece, poiché tanti sono gli elementi che possono andare a contaminare espressione, mentalità e pensiero. In sostanza, tanto la cultura è sentita e coltivata a livello sociale, e qui seppur marginalmente entra in gioco la politica, così la poesia potrà trovare le giuste collocazioni tra le varie forme artistiche esistenti.

7) Nel corso degli anni hai incontrato scrittori e poeti. Io lo so perché ci siamo conosciuti proprio a una manifestazione dove c’erano molti poeti del panorama attuale. Come hanno influito nella tua poetica? Ne ricordi uno che ti ha insegnato qualcosa? E che cosa, nel caso?

Io credo innanzitutto che confrontarsi, scambiarsi opinioni e idee, ma soprattutto leggersi, sia un gesto estremamente prezioso e producente. Non si è mai preparati fino in fondo per ogni situazione o arte, ma c’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa da affinare o da perfezionare. I miei vari incontri con altri autori nel corso degli anni, li ho sempre trovati affascinanti e pieni di interesse. Ognuno sia passato sulla mia strada mi ha insegnato qualcosa e spero anch’io, sia stato costruttivo nella formazione e nelle capacità individuali di qualcun altro.

8) Qual è il poeta “famoso” che ha contribuito alla tua formazione e in che maniera?

Direi molti sono stati i poeti che hanno lasciato un’impronta nel mio stile di scrittura. E’ sicuramente in età adolescenziale che si memorizzano meglio le varie sfumature e le sensazioni latenti che una poesia trasmette, proprio perché a quell’età, si è in pieno apprendimento. I poeti che ci hanno fatto conoscere nelle scuole sin da subito, sono quelli che mi hanno insegnato la riflessione e lo studio profondo dei pensieri, ma poi vengono scelti quelli che meglio si adattano alla propria esigenza di scoperta e di ricerca interiore. Libero De Libero, poeta del 900, e tra l’altro mio concittadino, mi tocca particolarmente. Pur essendo da sempre catalogato tra i poeti cosiddetti “ermetici”, di fatto, ha sempre lasciato trasparire un amore antico, semplice e naturale per la sua terra, per gli usi e costumi di una Fondi ancora povera e agreste, che proprio attraverso il lavoro nei campi e il sacrificio quotidiano si identifica nelle proprie origini contadine. Ecco, le sue poesie in un certo senso mi appartengono, perché fanno parte anche delle mie origini.

 

9) La poesia è spesso considerata letteratura di nicchia. Adesso stiamo vivendo una controtendenza e un ritorno alla lettura della poesia. Che autori contemporanei leggi?

Fortunatamente direi. Dopo decenni in cui tecnologia e progresso hanno vissuto una frenetica ascesa e coinvolto quindi milioni di persone dirottandole verso orizzonti distanti da letteratura e arte in generale, assistiamo a una riscoperta di alcuni valori legati strettamente al pensiero e alle creazioni di origine umana anziché elettronica. Riscopriamo la gioia di impegnarci nella lettura poiché rappresenta un angolo che possiamo gestire liberamente con le nostre volontà e le nostre emozioni. Si legge per passione, ma anche per voglia di conoscenza e perché no, curiosità. Gli autori che mi appassionano maggiormente sono coloro che non hanno paura né remore nel confessare, attraverso la poesia, le proprie riflessioni, arricchite da quel tanto di personali intimità, che ne impreziosiscono ilcontenuto, tanto da farla diventare unica.

10) Giochiamo: se dovessi scegliere di buttare tre libri al rogo – non si fa, non si fa, ma noi stiamo giocando – quali butteresti?

La scelta sarebbe troppo soggettiva e assolutamente discutibile. Per non far torto a nessuno, ma anche perché ahimè, dentro potrebbe esserci anche uno dei miei libri, non faccio titoli né nomi, ma sorrido compiaciuto di non averlo mai fatto…finora.

“Assoli” è una silloge poetica che fa parte della nostra collana Ballate

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Xo Xo Rita Angelelli

Direttore editoriale di Le Mezzelane