Il Dynamic Price Model di Amazon
Il 6 giugno 2018 il nostro distributore degli ebook, Streetlib, ci avvertiva di una nuova politica dei prezzi di Amazon, che sarebbe stata attuata con il Dynamic Price Model e ci spiegava anche il funzionamento e le ragioni del colosso mondiale della vendita on line.
Per chi non conoscesse il modello lo scrivo a grandi linee, ovvero come l’ha spiegata a noi il nostro distributore, riassumendo i punti salienti e le ragioni di Amazon:
- la premessa della proposta (che non è una proposta, ma un imposizione del colosso, ndr) è stata questa: un modello innovativo e molto interessante che consentirà a noi tutti, libreria, distributore e soprattutto editore di aumentare le entrate complessive derivanti dalle vendite ebook (fuffa, si presuppone che un lettore sia influenzato solo dai prezzi e non da un genere letterario ben preciso, o dal nome dell’autore, o dal contenuto della storia, nda)
- come è stato sviluppato il modello: è stato studiato da Amazon ed è il frutto del lavoro di un team dedicato e applicazione congiunta di Intelligenza Artificiale e accurati studi di Marketing, di cui potranno beneficiare solo un numero ristretto di case editrici su scala globale (l’Intelligenza Artificiale: ne sentivamo la mancanza, nda)
- da cosa deriva lo studio e il modello: una certa percentuale del nostro catalogo (catalogo di Streetlib e di altri distributori, nonché delle case editrici che utilizzano lo store senza distributore, ndr) ha generato poche o nessuna vendita nell’arco degli ultimi 12 mesi. Altri libri generano vendite considerevoli e potrebbero puntare a guadagni più alti.
- rilevamento dei prezzi: l’impatto del prezzo di copertina è una variabile molto importante nell’andamento delle vendite dei libri del nostro catalogo (avevamo bisogno di un team per scoprirlo, ma come ho scritto sopra il vero lettore se ne frega del prezzo che deve pagare, nda), un team dedicato ha messo a punto un modello “dinamico” – come dice il nome stesso – che definisce il prezzo migliore in un dato giorno per ciascun titolo del tuo catalogo, abbassando quindi il prezzo dei libri che vendono poche o nessuna copia a causa del costo elevato, e alzando invece il prezzo dei libri che potrebbero essere venduti a qualche Euro in più (da notare: il prezzo migliore in un dato giorno per ciascun titolo, nda)
- il funzionamento: L’editore fissa il prezzo per i suoi ebook, come ha sempre fatto. Sulla base di tale prezzo, Amazon elabora un “prezzo ottimale” che può cambiare di volta in volta, in base ai trend rilevati dallo store. Ogni volta che un libro sarà venduto, l’editore guadagnerà il 60% sul prezzo ottimale (60% lordo, in quella percentuale c’è compreso il compenso che dobbiamo lasciare al distributore, nonché le royalties agli autori e i costi fissi, ndr), indipendentemente dal Paese in cui si trova l’acquirente del libro.
É tutto chiaro fin qui? Credo di sì. Bene, vado avanti con le mie considerazioni, che sono MIE da Editore e di nessun altro.
Le critiche che posso fare a questo nuovo modello sono tante e partono dal presupposto di Amazon, ovvero che si possano incanalare le vendite di un libro in base al prezzo di copertina. Intanto, il libro non è un “prodotto concorrenziale” per il quale a parità di contenuto e qualità un acquirente può scegliere un titolo oppure un altro e avere la stessa soddisfazione.
Il lettore, quello vero, ha dei gusti personali, preferisce un genere piuttosto che un altro, è un fan sfegatato di uno scrittore in particolare e compra tutti i suoi libri a qualsiasi prezzo; il lettore, per assurdo, ma nemmeno tanto, segue una moda, es. il romance è seguitissimo da tante lettrici compulsive, che spesso si lasciano trascinare dai commenti di altre lettrici, e comprano il libro di un’autrice solo per poter commentare il suo libro dopo averlo letto e adeguarsi al gruppo al quale si sente di appartenere. Attenzione: non sto dicendo che sono lettrici di serie B, anzi… sono lettrici di cui bisogna tener conto e sono importanti. Perché? Ma è semplice: leggono!
Il libro non è un prodotto vero e proprio, ma il frutto dell’arte della scrittura, e come tutti i “prodotti” artistici ha un valore intrinseco, oltre che commerciale, che non può sottostare a delle leggi standardizzate per ogni genere di prodotto esistente sulla terra.
Il libro, sia esso digitale o cartaceo, è assimilabile a tanti altri prodotti solo per un fattore: il costo di produzione, che è composto da tanti importi fissi:
- il costo di editing
- il costo della correzione di bozze
- l’impaginazione
- la tipografia, nel caso del libro cartaceo
- la copertina
- il marketing
- le royalties da pagare all’autore
- i costi del distributore
- il costo dell’ISBN
- i costi di trasporto, nel caso del libro cartaceo
- le tasse
Quando un editore stabilisce un prezzo, quindi, non lo fa in maniera arbitraria, ma in base a tutti i costi descritti qui sopra, ai quali deve aggiungere il proprio guadagno (che è sempre irrisorio, ma passiamo oltre, nda).
Detto ciò, passo al problema più grosso per me Editore, ossia il contratto editoriale in essere tra due parti e nella fattispecie il prezzo di vendita del libro in esso indicato.
Sui nostri contratti editoriali siamo obbligati, per una serie di normative, a indicare il prezzo di vendita di copertina sul quale calcolare le royalties degli autori.
In questo momento, se dovessimo tener conto dei prezzi di vendita di Amazon e non dei prezzi di vendita indicati sul contratto nel calcolo delle royalties, ci troveremmo di fronte a una IRREGOLARITA’ contrattuale, per la quale gli Autori da noi contrattualizzati potrebbero intentare una causa per “inadempienza contrattuale”. Dall’altro lato, se dovessimo tener conto dei prezzi di vendita indicati sul contratto editoriale, e quindi essere coerenti e regolari contrattualmente, dovremmo calcolare le royalties sul nostro prezzo di vendita e non su quello di Amazon, e per questo motivo trovarci di fronte a un “non guadagno o a una perdita”.
L’Editore è un imprenditore a tutti gli effetti e quindi non può lavorare in perdita. Nessun azienda, di qualunque genere, lo farebbe, ed è del tutto inutile che vi stia a spiegare il perché.
Il Dynamic Price Model e la sua attuazione credo si possa considerare una prevaricazione dittatoriale del colosso mondiale.
A tutto questo aggiungiamoci anche che, secondo il loro modello, in qualsiasi momento potrebbero abbassare o aumentare i prezzi a loro discrezione, senza per altro darcene comunicazione scritta. Monitorare i prezzi diventerebbe, così, una fatica assurda e si creerebbe un ulteriore costo aziendale, perché significherebbe assumere una persona che faccia solo quello.
Da imprenditore mi sento di dire che tutta la politica di Amazon a livello di editoria sia un tantino sottovalutata e affrontata da un team che non tiene conto delle variabili: interessi, gusto, soddisfazione, moda. Da piccolo Editore nato appena da due anni, mi sento sconfitta.
In tutto questo che cosa fa l’AIE? Niente! Continua a farsi foraggiare dai grandi editori e dalla “vanity press”.
Questo è quanto. Un caro saluto a tutti i miei lettori
Xo Xo
Rita Angelelli
Direttore editoriale di Le Mezzelane Casa Editrice
P.S.: Editori (medi e piccoli) svegliatevi!