Come ci si presenta a un editore – Quarta parte
Ci siamo! Sto per parlarvi del grande mostro: la sinossi.
Sulla nostra pagina Pubblica con noi abbiamo inserito alcune suggerimenti su come scrivere la sinossi e la biografia, oltre a dare indicazioni utili su come inviarci i vostri manoscritti. Indicazioni che leggono in pochi, e questo è veramente scoraggiante: non abbiamo messo lì quell’insieme di parole perché non avevamo nulla da fare… ma tant’è… ne prendiamo atto e continuiamo a scartare manoscritti.
Ma come siamo arrivati a questo punto? Croce di ogni scrittore?
Se vi siete persi le puntate precedenti potete seguire i seguenti link e fare il punto della situazione:
Altrimenti continuate a leggere e concentratevi su delle piccole premesse.
La sinossi non è la quarta di copertina:
- la sinossi non è altro che un breve riassunto del libro, contenente alcuni elementi chiave della trama, finale compreso. La sinossi va inviata agli editori o agli agenti letterari, in maniera tale che gli stessi possano avere un quadro completo della storia in poche righe. La sinossi non deve essere lunga più di due cartelle (ed è già troppo). Lo scopo della sinossi è riassumere in modo chiaro e preciso la storia.
- la quarta di copertina è il testo che va inserito nella quarta di copertina (appunto) di un libro e sugli store digitali. La quarta di copertina potrebbe essere la sintesi della sinossi (senza finale) o racchiudere solo gli elementi strettamente necessari della storia. La quarta di copertina ha lo scopo di incuriosire il lettore, potrebbe essere anche un testo breve in cui si creano delle aspettative.
Fate attenzione alla sintassi e alla grammatica. Siete degli scrittori, conoscete grammatica e ortografia, altrimenti non avreste scritto un libro, eppure spesso abbiamo ricevuto sinossi sgrammaticate e incomprensibili. Fate attenzione, perché una sinossi sgrammaticata vi ha già fatto perdere almeno venti punti sui cento che avete a disposizione affinché un Editore sia disposto a leggere il vostro capolavoro. Se avete letto gli altri articoli sapete già che un Editore non prova affetto per voi, non vi conosce e vuole leggere qualcosa di originale. Una sinossi scritta male non è un buon passaporto per la via della pubblicazione.
Non usate metafore o allegorie. Lasciatele per il testo vero e proprio. L’Editore ha bisogno di chiarezza, brevità e sostanza. Le metafore nascondono le vostre incertezze e l’Editore le scova tutte, ve l’assicuro, soprattutto quando sono scontate e banali. Le allegorie, come tutte le figure retoriche, sono personali; in più l’allegoria è del tutto arbitraria: l’Editore non è disposto a leggere tra le righe e molto probabilmente interpreterebbe in maniera diversa il concetto che avete voluto esprimere. Lasciate tutte le figure retoriche nel romanzo, e anche lì non esagerate.
Non dilungatevi in descrizioni di personaggi, ambienti, luoghi. Le descrizioni sono utili nei romanzi, ma nelle sinossi sono devianti. L’editore vuole leggere solo la storia in questo momento e niente altro. Occhio anche alle sperimentazioni sullo stile, ricordatevi che la semplicità paga sempre.
Non divagate, andate dritto al punto riassumendo la storia.
Usate pochi aggettivi, solo quelli necessari. No ai bello, bellissimo, molto, moltissimo, e similari. Vi faccio un esempio: il paese era molto bello ed era come abbracciato dalle bellissime colline che tutte le mattine sembravano risvegliarsi insieme alle bellissime albe. Una frase come questa non comunica nulla, è sciatta, sgrammaticata, piena di cose inutili e sulla sinossi è poco rilevante (e anche brutta) per la storia. Volete descrivere il paese in breve perché state scrivendo solo la sinossi? Collocatelo in un luogo ben preciso della crosta terrestre e amen ( o su un pianeta disperso, o in un luogo che vi siete inventati). Lasciate gli aggettivi nel vocabolario.
Per concludere questa prima parte vi racconto un aneddoto: sono cresciuta a tondini, crocette e cornicette, poi pensierini e infine riassunti. Tanti. Alle elementari facevamo solo quello. Il maestro Pietro, che mi ha accompagnato dalla terza alla quinta elementare, ci faceva leggere tantissimo e l’unico esercizio di scrittura era il riassunto, non il tema. Ho scritto tanti riassunti, e li scrivevo così bene tanto che il maestro mi dava sempre dieci. Un giorno, dopo aver visto il voto sul quaderno, mi sono alzata e sono andata alla cattedra e, scaraventando il quaderno di fronte al maestro, gli ho detto: Sono stanca di prendere dieci e tu sei monotono! (davamo del tu al maestro, non so se usa anche adesso). Ecco! Ero brava a scrivere riassunti. Adesso, quando devo scrivere una sinossi viene l’ansia anche a me, ma è solo perché ho l’ansia da prestazione.
Torniamo alle cose serie. Che cosa deve contenere la sinossi?
All’apparenza sembra molto semplice, ma… tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (come sempre).
Prima di addentrarci nelle “five questions” vi do un suggerimento: provate a riassumere la vostra storia a un vostro amico. Ovviamente a voce. Poi fategli qualche domanda: hai capito chi è il personaggio principale? e la storia? riusciresti a ripeterla dopo quello che ti ho appena raccontato?
Raccontare a voce vi aiuterà a fare mente locale e a concentrarvi sulla storia. E’ vero che la conoscete benissimo perché l’avete scritta, ma un conto è raccontare a voce e un altro conto è focalizzare la storia con le parole scritte. E’ vero anche che siete degli scrittori e quindi questa cosa di scrivere un riassunto non dovrebbe essere tanto complicata, eppure ognuno di noi è intimorito da questo tipo di componimento. No? Non è così per voi? E allora non avete bisogno dei miei suggerimenti. Chiudete l’articolo e passate oltre.
- Chi? Chi è il protagonista? Chi l’antagonista? se proprio volete approfondire ancora un po’ e non avete paura di scrivere troppo.
- Che cosa? Parlate dell’argomento principale della storia e di che cosa succede senza scendere in particolari, mostrando fatti concreti. Parlate del conflitto.
- Dove? Parlate del luogo dove accade la storia, ma come dicevo poco più su non dilungatevi in descrizioni, non usate la prosa poetica, limitate gli aggettivi.
- Quando? Un anno fa, un mese fa, ieri, oggi… a.d., d.c., definite il tempo dell’azione.
- Come? Come si risolve il conflitto e come si chiude la storia.
La sinossi non deve essere né intrigante, né accattivante, ma il contenuto deve essere interessante e scritto bene, deve dare il massimo delle informazioni nel minimo spazio, deve illustrare l’intera storia senza esaltazioni, critiche (ai personaggi, per esempio) e riflessioni personali.
Ora vi chiedo? E’ ancora complicato scrivere una sinossi? Vi sono stata d’aiuto? Se sì scrivetelo nei commenti, altrimenti… scrivete ciò che pensate di questo articolo con tutta onestà.
Infine: avete scritto un saggio e non un romanzo? O avete scritto una silloge poetica? E quindi questo articolo non è stato utile? Volete sapere come si scrivono le sinossi dei saggi e delle raccolte poetiche? Scrivete a lemezzelane.direttore@gmail.com
Che dire ancora? Che la sinossi sia con voi! Amen.
Xo Xo Rita Angelelli
Direttore Editoriale di Le Mezzelane Casa editrice.
Articolo molto utile ma vorrei conoscere come si scrive una sinossi per un testo poetico. Grazie
Mandi una mail a lemezzelane.direttore@gmail.com
Come per tutto ciò che scrivi, sei stata chiara ed esauriente. Credo che accetterò il consiglio e scriverò alla C.E. per avere indicazioni su come scrivere una sinossi per le raccolte poetiche e/o i saggi. Non nego, infatti, di aver avuto qualche perplessità quando ho scritto: questa non è una vera è propria sinossi. Grazie per lo splendido lavoro che stai facendo per noi.