Intervista a Roberto Ricci, il “Parrucchiere del Brivido”
La vigilia d’Ognissanti / han paura tutti quanti: / è la notte delle streghe, degli zombi e degli strani, degli scheletri, dei fantasmi e dei vivi che si credon morti…
cit. dal web con un’aggiunta personale
Poteva mancare, quindi, un’intervista a Roberto Ricci, il nostro Parrucchiere del brivido?
Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre amato scrivere, sin da piccolo. Nel 2012, convinto da un’amica, ho partecipato a un concorso letterario vincendolo. Ho capito allora, che forse valeva la pena proseguire il percorso.
Come e dove trovi l’ispirazione adatta per scrivere?
L’ispirazione mi arriva all’improvviso. In qualsiasi momento. Non c’è un luogo o un perché. Arriva e basta.
Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
Scoperta sin da bambino. Detestavo (e detesto ancora oggi) la matematica, ma in italiano ero bravissimo.
I miei temi non erano mai meno di due fogli protocollo. Amando scrivere, coltivare questa passione è stato naturale. Soprattutto leggendo.
Ti aspettavi cosi la tua carriera?
Parlare di carriera mi sembra esagerato. Diciamo che ho raccolto parecchie soddisfazioni. Il fatto di aver vinto un concorso letterario a quarantotto anni, mi ha lasciato con i piedi ben piantati per terra. Oggi molti mi definiscono uno scrittore, e avendo una casa editrice che mi pubblica, e un buon numero di lettori fedeli, potrei anche pensare di esserlo. Forse, lo sono, ma io mi sento un parrucchiere, il mestiere che amo e che ancora oggi mi dà da vivere.
Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Scrivo con un sottofondo di musiche dai principali film horror.
(Ho inserito un link di un film con una colonna musicale che amo particolarmente… dai ascoltatela. n.d.r.)
Che messaggio hai voluto lanciare con il libro “La bambina delle violette”?
Nessun messaggio. Non amo i messaggi. Scrivo per il piacere di scrivere e con la speranza di trasmettere della sana paura e divertimento al lettore che sceglie di leggermi.
Quando scrivi un nuovo libro hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
Inizio a scrivere un nuovo romanzo quando ho ben chiaro in mente il finale. Ovvero: chi è l’assassino. Perché uccide. E come viene scoperto. Stabilito questo, inizio a costruire la storia e tutti i vari personaggi.
Qual è il libro più bello che hai scritto?
Domanda difficile. Sono particolarmente legato a Nero Corvino. Perché è il mio primo libro con una casa editrice, e perché raccoglie i miei racconti migliori e il mio primo romanzo.
Che differenze ci sono nello scrivere romanzi o racconti?
Un racconto in genere è breve e si riesce a sviluppare in un altrettanto breve lasso di tempo. Per un romanzo la cosa cambia. Devi creare una storia che comprenda situazioni e personaggi in continua evoluzione. Trovare costantemente l’idea per non annoiare il lettore.
Come è cambiata la tua vita scrivendo?
Non è cambiata particolarmente. Continuo a fare il parrucchiere. L’unico cambiamento è che faccio presentazioni dei miei libri e ogni tanto mi trovo a rilasciare interviste. Per il resto tutto uguale. Nessuno mi chiede autografi o selfie in giro per strada.
Che sensazione si prova dopo aver scritto un libro?
Una sensazione bellissima. Tenere fra le mani il libro che hai scritto e sapere che resterà anche dopo che la tua vita sarà finita, emoziona.
Quando hai capito di essere portato per la scrittura?
Intorno ai tredici anni. Quando a scuola prendevo sempre bei voti in italiano e aspettavo con gioia ilnuovo compito in classe.
Quale libro ti ha dato più soddisfazioni tra quelli che hai scritto?
Forse, La bambina delle violette. Perché è il primo romanzo ad aver avuto una trasposizionecinematografica. Mi fa sentire un novello Stephen King.
Quale scrittore consigli di leggere, oltre te naturalmente.
Per chi volesse avvicinarsi al genere che scrivo, sicuramente Edgar Allan Poe, Conan Doyle, Clive Barker e Stephen King.
Cosa ne pensi di Halloween?
Una festa divertente e un Carnevale anticipato. Niente altro.
Tra poco uscirà la tua ultima “fatica letteraria”, vuoi darci un’anteprima?
Il nuovo libro che ho scritto è un saggio. Una storia del cinema thriller e horror italiano, dagli inizi a oggi. Un cinema che amo e che ho sempre amato. La particolarità di questo lavoro, consiste nell’aver dato spazio, oltre ai grandi nomi che hanno fatto la storia, anche ai tanti giovani registi dell’underground cinematografico di genere. Ragazzi, che hanno realizzato corti, medi o lungometraggi distribuiti in rete o soltanto in alcuni Festival. Un lavoro che mi ha impegnato per più di due anni. Il titolo è “Cinema Assassino”. Spero che piaccia e che possa raggiungere un buon numero di lettori.
E allora, se amate le storie thriller, horror, gialle, non vi resta che seguire in Nostro Roberto Ricci