Torno a casa

Pescara, 21 aprile 2018

Torno a casa lasciando un po’ di cuore in questa città che mi ha accolto in maniera eccelsa. Una città in cui non venivo da tempo e che ho ritrovato cambiata in meglio.

Pescara è una città che potrei definire elegante, con i suoi viali alberati, le strade pedonali curatissime, il lungomare che è uno spettacolo (ieri ho fatto una lunga passeggiata, cosa che non faccio mai quando sono a casa), un porto che è una meraviglia e un ponte ciclabile pedonale che collega la zona sud a quella nord. Una struttura sospesa sul mare e sul porto dove ti senti in pace con il mondo… sospesi tra il cielo e la terra.

Lascio un po’ di cuore, in questo caso spezzato da un momento in cui è stato difficile mantenere un tono distaccato. E anzi, non mi è riuscito per niente.

Faccio un passo indietro.

Ieri, presso La Feltrinelli di Pescara, abbiamo presentato la silloge poetica di Mapi “Le scale del tempo” e la serata è stata dedicata all’avvocato Carlo Lizzi, scomparso poco più di un anno fa. Personaggio molto famoso in città, assessore alla cultura, vice sindaco per diversi anni, Presidente dell’Ente Manifestazioni Pescaresi, per merito suo fu edificato il teatro D’annunzio. Una voce importante del sociale, dell’ambiente e dello sviluppo della città, promotore della cultura in ogni sua forma. Domenico Valente ce ne ha parlato con il sorriso raccontando qualche aneddoto e Mapi ha letto un paio di poesie di Carlo Lizzi.

La serata, però, aveva anche un fine sociale ed è lì che è rimasto quel pezzo del mio cuore, adesso segnato da un’altra ferita, che sarà difficile far rimarginare. Mapi, come già aveva fatto a Novembre 2017, ha donato i suoi diritti d’autore alle Famiglie SMA.

Famiglie SMA è un’associazione di genitori. Sono in prima linea per combattere una malattia genetica rara che è stata diagnosticata ai loro figli. Si sono uniti, organizzati e non si sono mai arresi, divenendo un gruppo determinato a sostenere la ricerca scientifica, affinché nel futuro la malattia faccia sempre meno paura. SMA è l’acronimo di Atrofia Muscolare Spinale, una malattia delle cellule nervose del midollo spinale, quelle da cui partono i segnali diretti ai muscoli. Colpisce i muscoli volontari usati per attività quotidiane quali andare carponi, camminare, controllare il collo e la testa, deglutire. L’obiettivo della Famiglie SMA è sostenere progetti di accoglienza e di sostegno dei nuovi genitori con bambini affetti da SMA, assistenza ai bambini attraverso una migliore informazione e formazione delle famiglie e degli operatori sanitari, finanziamento della ricerca per trovare una cura per la SMA, promozione e sostegno a sperimentazioni cliniche.

In sala era presente una mamma ed Eric, suo figlio di 14 anni affetto da SMA. Una mamma che ci ha raccontato la loro storia. Una mamma che lotta ogni giorno, ogni ora, ogni istante per mantenere in vita un ragazzo che sorride sempre, che non avrebbe dovuto superare l’anno di vita, a dire di alcuni medici. Al contrario di quanto detto dai medici, Eric è ancora tra noi. Su una carrozzella, sì, ma è lì che lotta a dispetto di tutti e tutto. Eric è un ragazzo, adesso, che quest’anno frequenta il primo superiore di una scuola qui a Pescara, che usa il computer per fare i compiti e anche per dialogare con gli altri. Un ragazzo intelligente, ma che ha una serie di problemi motori, di respirazione, di deglutizione. La mamma è una “Mamma Coraggio” che vive per lui e con lui. Sola, perché nove anni fa suo marito è caduto da un’impalcatura e vive disteso su un letto in un ospedale a lunga degenza dal momento dell’incidente. La domenica lei ed Eric vanno da lui a tenergli compagnia e… che dire ancora? Io non ce l’avrei mai fatta! Il dolore, la malattia, i giorni tutti uguali a combattere contro un nemico impossibile da distruggere avrebbero depresso anche il più forte degli esseri umani. E invece mamma e figlio sono lì che lottano per la vita. Una storia, la loro, che la mamma ci ha raccontato con una dignità tale da farmi vergognare di quando mi lamento che mi fa male qualcosa.

Avete capito dove ho lasciato un pezzo del mio cuore?

Dopo aver ascoltato quella mamma è stato difficilissimo tornare “dentro” la serata e nella presentazione, perché sentivo che le parole non potevano acquietare quel dolore che ho visto negli occhi di quella mamma.

Come dicono in tv? The show must go on! E quello ho cercato di fare, ma sempre con uno sguardo a quella famiglia. Nessuna compassione (che non muta la sostanza della loro sofferenza), ma una consapevolezza nuova: la vita di quella famiglia è preziosa e ognuno di noi dovrebbe fare un passo indietro e riflettere.

Ringrazio Mapi per le sue poesie, che in questo momento non commento (farò una recensione tra qualche giorno), Domenico Valente, Presidente di Italia Nostra, e il Maestro Rossella Rezzolla che alla chitarra ha “punteggiato” i versi di Mapi.

E torno a casa…