Intervista a Fabio Dessole – Arpeggio libero

Da oggi prendono il via una serie di articoli sull’editoria indipendente e NoEap. Dialogherò con alcuni piccoli e medi Editori che reputo coraggiosi (come me) e che fanno il proprio mestiere come deve essere fatto. Interverranno anche alcuni Editor della mia casa editrice, qualche correttore di bozze, beta reader e altri operatori editoriali.

Oggi risponde alle mie domande Fabio Dessole, co-titolare della Casa Editrice Arpeggio libero.

D: Che ruolo occupi all’interno della casa editrice e come è la tua giornata tipo?

R: Principalmente mi occupo di impaginazione e della gestione amministrativa e sono anche il responsabile di alcune delle collane: nella fattispecie Magistra, la collana dei romanzi storici e Necatrix (Gialli e Thriller)

D: Quali difficoltà deve affrontare una casa editrice come la vostra?

R: Le difficoltà principali sono due: 1. Farsi conoscere 2. Farsi pagare. Molte librerie sono diffidenti nei confronti delle piccole CE (e fin qui ci sta) molte altre approfittano di mille scuse per ritardare i pagamenti e questo è indegno.

D: Nella vostra mail arrivano centinaia di proposte ed è difficile e laborioso scegliere il libro giusto, quello che venderà. Con che criteri scegliete gli autori da pubblicare?

R: Innanzitutto il libro deve proporre una storia interessante ed essere, possibilmente, ben scritto.

D: Uno scrittore, all’interno della lettera di presentazione, ti scrive: ma il mio libro sarà negli scaffali delle librerie italiane? Cosa gli rispondi?

R: Che essere negli scaffali delle librerie non significa nulla se su quegli scaffali deve solo prendere polvere. Meglio poche librerie selezionate che spingano i libro che tante librerie che dopo sei mesi ti rendono i volumi magari rovinati.

D: Perché dare voce agli esordienti? Quante copie vende in media un esordiente?

R: Se non ci pensa una piccola CE a dare spazio agli esordienti chi lo fa? Oggi è molto raro che le Major diano spazio agli esordienti, costa troppo in termini di marketing, preferiscono costruire i loro esordienti a tavolino. Quante copie? Dipende da tanti fattori non ultimo l’impegno e la capacità che l’autore ci mette nel pubblicizzarsi. I dati AIE sono sconfortanti (non solo per gli esordienti ma per l’editoria in genere) quando dicono che l’87% dei libri pubblicati in Italia (Major comprese) non supera le 200 copie di vendita.

D: La FUIS è l’organizzazione maggiormente rappresentativa degli scrittori italiani di tutte le forme ed espressioni. Così si descrivono sul loro sito. Cosa pensi di questa organizzazione? Ritieni che sia utile agli autori italiani?

R: Non ho una grande opinione di chi pensa di poter contrapporre Autore ed editore invece che favorire i rapporti fra CE e autore, che è l’unico modo per sopravvivere in questa vasca di squali.

D: Segui tutti gli autori nelle loro presentazioni pubbliche? 

R: Sì cerchiamo di essere il più possibile presenti alle presentazioni dei nostri autori.

D: Pubblicate anche libri per bambini e ragazzi. Una scelta difficile e coraggiosa, che ammiro. Perché pubblicare anche libri per bambini? Avete degli illustratori o le proposte vi arrivano già con i disegni?

R: Non mi occupo direttamente di questa collana ma è una dei nostri punti di forza. Arrivano e accettiamo sia storie già illustrate che storie che facciamo illustrare.

D: Qual è il modo migliore per proporre un manoscritto alla vostra casa editrice?

R: Seguire le istruzioni che abbiamo sulla nostra pagina web.

D: Editing. Quanto conta l’editing in un opera letteraria e quanto fa Arpeggio Libero per rendere il libro quasi perfetto?

R: L’editing conta molto, noi all’inizio abbiamo un po’ trascurato questo aspetto che abbiamo cercato di migliorare con il passare del tempo, anche se continuo a essere contrario a un editing di tipo “invasivo”.

D: Il digitale. So che ami moltissimo il libro in formato cartaceo e “disdegni” un pochettino gli ebook, ma non credi che il digitale apra le porte a molti più lettori?

R: Sì confesso di aver un po’ snobbato il digitale, pur essendo stato uno dei primi possessori di e-reader in Italia (o forse proprio per quello si ruppe e persi una grammatica araba che mi era costata un occhio della testa e che non mi permisero di attivare sul nuovo).

D: Chi è l’Editore?

R: Colui che crede e investe nei libri che pubblica.

D: Le case editrici a pagamento o i print on demand. Argomento spinoso e controverso. È già un errore semantico definire un’azienda che stampa libri (senza fare selezione) casa editrice. Qual è il tuo pensiero? E come consideri gli “scrittori” che si rivolgono a queste imprese pur di vedere il loro libro pubblicato?

R: Molto semplice: Le Case editrici a pagamento non esistono! Non sono case editrici. Chiamiamoli con il loro nome Tipografi. Stesso dicasi per il self (degnissimo per carità) ma non è una CE, non posso sentire parlare di Casa editrice You can print. Chi fa selezione? Chi decide che quel libro è degno di pubblicazione? Lo decideranno i lettori e questo ci sta, per carità anche qualche grande della letteratura si autopubblicò ma questo non significa che la sua stamperia si fosse fregiata del titolo di editore.

D: Le agenzie letterarie hanno una corsia preferenziale rispetto alle proposte dei singoli autori? E che differenze ci sono tra le proposte di un autore e di un agente letterario?

R: Fino ad oggi le proposte che mi sono arrivate da agenzie letterarie non mi hanno mai entusiasmato, anzi ti confesserò che mi è capitato un episodio buffo: due scritti (diversi per area geografica) presentati dalla medesima agenzia (spacciati per editati) che presentavano i medesimi errori. Lungi però da me generalizzare, fino ad ora non sono stato fortunato con le agenzie letterarie o meglio con le loro proposte.

D: AIE rappresenta, sul piano nazionale, le imprese che producono e gestiscono i contenuti, indipendentemente dal formato in cui sono veicolati, e costituisce un osservatorio attento e aggiornato sul panorama culturale ed educativo del Paese e sulle tendenze in atto. Tra i suoi fini l’Associazione si prefigge di rappresentare e tutelare gli editori, di favorirne la crescita professionale, ma anche di promuovere iniziative che siano un contributo alla diffusione del libro, della lettura e della cultura italiana in Italia e nel mondo (fonte wikipedia). Siete iscritti all’Aie? Se sì: vi aiuta esservi iscritti, oppure no? Se no: perché avete scelto di essere editori indipendenti?

R: No sono ancora iscritto ma sto valutando l’iscrizione.

D: Pubblicheresti un libro che consideri brutto, ma che a livello commerciale potrebbe fruttarti non pochi introiti?

R: No! Probabilmente ho anche pubblicato libri brutti, ma solo perché mi piacevano.

D: Per finire: le fiere e i saloni del libro. A quali partecipate e perché?

Salone – Torino, Plpl – Roma, Microeditoria – Chiari, Libri in cantina – Susegana, Lettelariamente – Bellano. Buk – Modena, Tao Buk – Taormina. Queste le fiere alle quali partecipiamo. La presenza alle fiere è fondamentale per dare visibilità alla CE.

Ringrazio Fabio Dessole per aver espresso le proprie opinioni. Fabio è anche uno scrittore e mostra orgoglioso uno dei suoi gioielli: A.D. 1243, che potete acquistare direttamente sul suo sito o in libreria.