Il sogno dagli occhi verdi di Giulia Paternò – Impressioni di lettura (recensione)

Titolo: Il sogno dagli occhi verdi
Autrice: Giulia Paternò
Genere: Narrativa, Domande, Fantasy
Edito da: Casa editrice Kimerik
Pubblicato: Dicembre 2016
Sinossi: Belmare: il cuore della povera Beatrice è letteralmente diviso in due. Spesso si chiede se sia possibile amare due persone contemporaneamente. Lei, così diversa da loro, così diversa da tutti. L’autrice, con le sue splendide parole, ci regala pagine d’amore, pagine di una storia divisa tra sogno e realtà.
Beatrice ha quasi 18 anni, vive a Belmare, piccola cittadina non ben identificata sulla crosta terreste. Un nome di fantasia per un luogo di mare che d’estate si riempie di turisti e d’inverno diventa quasi deserto, se non per gli abitanti che continuano a viverci. Un classico e non poteva essere diversamente, perché spesso raccontare la normalità è decisamente meglio del raccontare di un luogo fuori dall’ordinario, ma che si conosce solo per sentito dire o da qualche immagine vista su internet.  Un luogo tranquillo, che Beatrice ama e odia. Come ama e odia gli abitanti stessi. Beatrice è un’adolescente con poca autostima, nonostante tutti pensino che sia una bella ragazza intelligente; è insicura, ma molto studiosa e con delle idee chiare in testa per il suo futuro (almeno lo sembra, ma non è così). La ragazza ama la scrittura, la lettura e colleziona pietre verdi che trova sulla spiaggia (vetro levigato dall’erosione dell’acqua marina, semplicemente). Emma è la sua migliore amica e solo lei conosce il segreto di Beatrice: ama perdutamente un ragazzo, Ronnie, che le appare solo nei sogni. Ronnie è un bellissimo ragazzo venuto dall’Inghilterra, almeno così le dice la prima volta che lo incontra nei sogni; ha gli occhi verdi come le pietruzze che Beatrice raccoglie e colleziona. E poi c’è Alex, poco più di 18 anni, che arriva da Parigi nella cittadina per via del divorzio dei suoi genitori. Beatrice si innamora anche di Alex e si chiede spesso come si possano amare due persone contemporaneamente.
Una storia abbastanza semplice, che si complica e diventa fantastica dopo la metà del libro. Perché se avevo pensato che i sogni di Beatrice fossero solo e semplicemente dei sogni, mi stavo sbagliando alla grande. Ed è proprio per questo motivo che ho apprezzato molto di più la seconda parte del libro piuttosto che la prima, un po’ più noiosa. E’ in queste pagine che si parla di “portale” e “magia” e “regno”. Il regno di Somnia, dei suoi guardiani, della fata Amelia e del suo strano fidanzato, e di una scoperta che Beatrice farà con l’aiuto di Nicholas, vecchio uomo che dipinge a olio e che vive in una casa con degli strani sotterranei. Non vado oltre con il racconto, rischierei lo spoiler, e non mi piace.
Il sogno dagli occhi verdi è un libro che parla dell’amore, del primo amore e delle insicurezze, dei primi turbamenti che il più delle volte non vengono riconosciuti come tali, ma come qualcosa che va oltre il semplice fatto dell’innamoramento. Beatrice è un’adolescente alle soglie della maturità che spesso si isola dal resto del mondo e per questo viene giudicata strana, ma sceglie la solitudine perché anche l’amore la rende insicura. Così insicura da voler andarsene da Belmare e abbandonare persino i propri genitori e non vivere quei due amori di cui non comprende il senso.
Lo stile dell’autrice è molto acerbo, le descrizioni degli ambienti piuttosto scontate, la caratterizzazione dei personaggi appena sufficiente. Beatrice, la protagonista, è piuttosto confusa e confusionaria, e non per via del carattere, ma proprio per la caratterizzazione che a volte  la fa apparire bellissima e indifferente ai giudizi degli altri, e altrettanto spesso preoccupata per quello che pensano i suoi concittadini e coetanei, contraddicendosi spesso anche nei dialoghi e nei pensieri. Forse rispecchia lo stesso carattere dell’autrice, che non ha le idee chiarissime sulla scrittura e sulla struttura di un romanzo. Si salvano le lettere che Beatrice scrive a Ronnie, cercando di farlo apparire anche durante la giornata e non solo nei sogni.
Romanzo che avrebbe potuto  essere lungo la metà di quello che è, perché spesso l’autrice si dilunga in una narrazione che aggiunge pochissimo, o quasi niente, alla comprensione della storia.
L’amore sì, e i valori famigliari, le piccole gratificazioni, i propri sogni… sono cose importantissime nella vita di un adolescente, ma in un romanzo avrei preferito fossero state trattate in maniera molto più approfondita e non come un semplice raccontare, spesso anche ridondante.
Una tirata d’orecchio (grossa e ridondante/ripetitiva tanto quanto il romanzo) all’editor della casa editrice per i mancati congiuntivi e per le numerose discordanze verbali, oltre che per il “proferire, poggiare, portare” ripetuti allo sfinimento. Peccato. La lingua italiana è molto di più.
A questo punto non mi resta che aggiungere le mie scuse agli editori che pubblicano onestamente per aver letto un prodotto proveniente dall’editoria a pagamento, che non è editoria, ma solo sfruttamento delle debolezze di alcuni autori che hanno voglia di veder pubblicato il proprio lavoro. Non consiglio la lettura di questo libro, ovviamente, e non solo per la poca onestà dell’autrice nei miei confronti, ma soprattutto per un prodotto che non è letteratura, ma un ammasso di parole alla rinfusa, contenente frasi sgrammaticate e continue ripetizioni di verbi enfatici, aggettivi, avverbi. Mi sono presa la briga di andare a vedere il sito dell’editore (pfui) e oltre a promettere un sacco di cose ai poveri malcapitati (leggasi poveretto: se la gente ti chiede dei soldi per pubblicare, qualche domandina dovresti fartela) lo staff organizza corsi di editing a un costo esorbitante. Se questo è il risultato… vi consiglio di stare alla larga anche da queste proposte, che considero vere e proprie truffe. E aggiungo: la prossima volta che qualcuno mi chiederà se Le Mezzelane fa editing, risponderò solo di andare a leggersi qualche nostro titolo. E aggiungo: cari autori (o scrittori se volete essere considerati così mettendo in bella vista la parola scrittore sui vostri profili social) non mandateci i vostri lavori se pensate di farci un favore, non è così che funziona con noi di Le Mezzelane. Il favore siamo noi a farvelo, che investiamo denaro e tempo su un perfetto sconosciuto, lavorandoci sopra e non prendendo un centesimo per quello che facciamo, perché crediamo nel nostro e nel vostro lavoro. Credo che l’editoria debba subire un profondo cambiamento, ma è dal singolo autore che deve partire il rinnovamento e dire no a questi stampatori sarà solo cosa buona e giusta, come direbbe il prete sull’altare. Amen!
Xo Xo Rita Angelelli