Vietato alle minori di 45, ovvero la menopausa spiegata e raccontata – Recensione
“Vietato alle minori di 45” è un ebook pubblicato da Barbara Montani tramite la piattaforma Streetlib il 27 Giugno 2017, quindi relativamente nuovo.
Prima di ogni cosa vi dico quello che non è questo libro:
- Non è un romanzo
- Non è un saggio
- Non è una storia
L’ebook è tutte quelle cose insieme. Può essere considerato un romanzo perché racconta una serie di storie collegate a un argomento comune: la menopausa (e non solo). Può essere considerato un saggio perché lungo la narrazione l’autrice utilizza una serie di note di approfondimento ben documentate. E’ una storia (e più di una). La storia nella quale ogni donna “empatizzerebbe” con le protagoniste.
E’ solo leggibile dalle donne? Non credo. Ogni uomo che rispetta la propria donna dovrebbe leggerlo per capire come “funziona” l’organismo di una donna, come cambia con l’età, come reagisce se stimolato in una certa maniera. E sembrerebbe una banalità ciò che ho appena detto, perché tutti gli uomini conoscono come sono fatte le donne. Eppure vi dico che Barbara ha toccato aspetti che molti uomini non immaginerebbero neanche e farebbero bene, invece, a conoscere.
L’ebook è suddiviso in una serie di capitoli racconti e ognuno ha una caratteristica particolare.
Nel capitolo ANNA, attraverso la metafora delle stagioni della vita, l’autrice narra la storia di Anna (appunto) che arrivata a una certa età si mette ad analizzare la propria esistenza che il marito dice essere nella stagione autunnale, quindi una stagione triste, quella che viene prima dell’inverno, dove tutto muore (ipoteticamente); la protagonista fa una sorta di bilancio – tra alti e bassi, giovinezza, innamoramenti, matrimonio, lavoro, figli – e arrivata oltre i quaranta decide che l’autunno non è la stagione prima della morte. Tutt’altro. E’ una donna positiva, una donna che decide di prendersi tutto il tempo che ci vuole e pensare, finalmente, a se stessa, anche in piena menopausa.
Il secondo capitolo racconta la storia di STEFANIA. Premetto che la lettura di questo racconto mi ha divertito moltissimo e che mi ha risollevato il morale (grazie Barbara). La protagonista è una donna senza peli sulla lingua e di peli pubici ne parla con grande ironia. Ci racconta di come ha vissuto la scoperta di quello che il padre chiamava “natura” e la madre “patatina”, della masturbazione e di quanto fosse considerato sporco mettere “le mani proprio lì”. Stefania ci racconta del sesso: piccante o tenero, giovanile o maturo, passato presente e futuro di una donna che ha compreso l’importanza della sessualità vissuta senza pregiudizi e di come ha affrontato il sesso in menopausa, quando la libido sembrava essersi assopita.
Passiamo al terzo racconto: ROSA. Un racconto molto più tranquillo degli altri due e anche più specifico sul ciclo mestruale e sulla menopausa. Rosa si fa un sacco di domande e si dà un sacco di risposte sull’argomento donna e specifica che la menopausa non è una malattia ma un cambiamento.
Poi c’è GIULIA. Giulia, le scalmane e… terapia sostitutiva o ventaglio? Questo il titolo. La scalmana, che detta più correttamente e meno dialettale è la classica vampata di calore dovuta alla menopausa, viene descritta in maniera molto semplice ed è come se l’autrice avesse preso ogni sintomo e ce lo abbia fatto vivere da protagonista.
Il capitolo che segue è molto più complesso, già dal titolo: Signori e signore, storie di coppie. L’argomento di questo capitolo non è solo la menopausa, ma l’autrice affronta anche l’andropausa. I personaggi sono numerosi, ipotetici lui e lei messi a confronto in una sorta di tavola rotonda delle “confessioni”. Sono uomini e donne di una certa età che si confrontano sul cambiamento della vita intima e sessuale. L’autrice spiega perfettamente la differenza tra andropausa e menopausa, anche se differenze sostanziali non ce ne stanno, se non quella della fertilità. Si parla anche di tradimento, dell’egoismo sessuale, dell’attenuazione dell’interesse sessuale verso il partner, di sentimenti ed emozioni che affiorano solo con la maturità e con l’avanzare della vecchiaia.
Nel capitolo MADDALENA, in una tutte… tutte in una (ovvero IL POTERE CREATIVO DELLE DONNE), l’autrice parte dalla storia vera di Maddalena Giordani vissuta nella contea di Bormio a cavallo tra il 1600 e il 1700 per arrivare a un racconto frutto della propria immaginazione. Qui l’autrice fa un vero e proprio capolavoro perché affronta una serie argomenti: il credo religioso, lo stupro, le violenze perpetrate in quel periodo dagli uomini a discapito delle donne, la sofferenza fisica e psicologica, ma anche l’aborto, la spiritualità, l’amore, la gravidanza, la menopausa. Maddalena dopo aver abortito, perché la gravidanza è frutto di una violenza sessuale, e vissuto nel bosco assieme ad altre donne, vive prima un amore, poi la perdita dell’uomo che ama e infine un momento spirituale molto importante, quasi di rinascita. Un capitolo che fa riflettere su quanto ogni donna può bastare a se stessa.
Il capitolo che segue, MANUELA, SPECCHIO SERVO DELLE MIE BRAME, è molto divertente e ironico. Pur tuttavia affronta un argomento e un problema che affligge un gran numero di donne: l’aumento di peso durante il periodo pre-menopausa e della menopausa. La protagonista, nella quale mi sono immedesimata per le caratteristiche fisiche e psicologiche, è una donna in sovrappeso (o obesa) che si definisce una palla. Una donna che dialoga con gli specchi che la ingrassano (eh, la colpa è sempre dello specchio), che ce l’ha a morte con le taglie mignon (io con le taglie mignon dei cinesi, lo scrivo anche sul mio prossimo romanzo), che si veste con abiti over size e colori tristi. Una donna che si sente osservata e soppesata, stanca, debole, decadente, instabile, aggressiva. Una donna che si fa di abbuffate solitarie e si piange addosso con i relativi sensi di colpa. Una donna con l’autostima sotto i tacchi, che si nutre di cibi “confortanti” e quando proprio non ce la fa più decide di andare dal medico che gli dà il colpo di grazia: Signora Manuela, lei è nel bel mezzo del declino dell’attività ovarica. E quella parola declino la rende più triste e depressa che mai. Una donna che vive nel ricordo del passato, evitando gli specchi e le vetrate, con tanti buoni propositi del non abbuffarsi, ma sconfitta ancora prima del proposito. Fino a che… decide di andare dalla parrucchiera e navigare su internet alla ricerca di un gruppo di Self Help.
Un capitolo che apre le porte al penultimo capitolo, dove la protagonista è la stessa autrice del libro: DONNE COL VENTAGLIO – BARBARA E IL PIANO PERINEALE… QUESTO SCONOSCIUTO. A parte l’incipit del capitolo che fa riferimento a un link di uno spezzone del film “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno” (Towanda e la scena del parcheggio), una scena che ricordo benissimo per avermi strappato più di una risata, Barbara ci fa un quadro poco edificante della donna testimonial delle pubblicità riguardanti i problemi femminili. Siamo costantemente viste con un pannolino addosso che, a parte l’infanzia dove siamo simili all’altro sesso, in ogni ciclo della vita ci segue e ci perseguita (perdite ematiche, perdite tra un ciclo e l’altro, perdite urinarie, perdite da vaginite). Portatrici seriali di assorbenti, ci (e si) definisce Barbara, perdenti come rubinetti vecchi, ma con il sorriso stampato sul volto (per non parlare di quando facciamo la ruota nel parcheggio pubblico della scuola o di fronte all’ufficio). Il capitolo però è un capitolo molto serio dove Barbara, ostetrica di professione, ci spiega il suo mestiere, che non è solo quello di far partorire le donne. Barbara accompagna la donna attraverso tutti i cicli della vita, tiene corsi di educazione sessuale, di accompagnamento alla nascita, all’adolescenza,al climaterio, incontri per la rieducazione del piano perineale. Nel capitolo l’autrice ci spiega come fare determinati controlli ed esercizi.
IL VENTAGLIO, STORIA E USO DEL VENTAGLIO è l’ultimo capitolo, molto interessante, come tutti gli altri. Da leggere per le tante curiosità.
Un ebook che ha tanti pregi, tra cui il divertimento. E non è cosa da poco.
Poi sì, Barbara fa uso di suoni onomatopeici, a volte inutili. A volte la punteggiatura non è proprio perfetta, ma non cambiano il valore intrinseco del libro, ricco di note di approfondimento che si possono saltare facilmente se si vogliono leggere solo le storie, oppure no. Personalmente le ho trovate utili, ma sono andata a leggerle solo dopo aver letto i racconti veri e propri, perché volevo prima eviscerare le storie e il messaggio dell’autrice.
Un libro che consiglio a chi è in menopausa, ma anche a chi ancora non c’è arrivato.
Link all’acquisto ebook
Barbara Montani è un’ostetrica, infermiera e consulente sessuale.
Professionalmente cresciuta alla Clinica Mangiagalli di Milano, sposata, con tre figlie, risiede tra le colline del Gavi.
Dice che, quando a 47 anni, ha incominciato ad avere i primi sintomi della menopausa, si è sono subito attivata, come donna e professionista, per saperne di più.
Sostiene che numerose sono le donne, figlie del baby boom, che sono nel periodo del cambiamento e hanno bisogno di confrontarsi.
Che tutte sanno che la menopausa non è una malattia ma nonostante ciò si trovano impreparate al cambiamento.
Pochi i libri, decisamente troppo noiosi, forse perché scritti “tra e per” gli addetti ai lavori. Oppure, se non sono testi scientifici, hanno una visione parziale del problema, alcune tematiche vengono solo accennate a favore di una o l’altra pratica, sia essa meditativa, fitoterapica o di counseling.
Si arrabbia con le riviste che continuano a propinarci immagini di giovani silfidi e di menopausa non se ne parla; non fa vendere e gli sponsor scappano, a meno che non siano quelli interessati al tema che sono: assorbenti per le perdite, pastiglie per il peso, integratori per le vampate.
Il web, vuole sempre venderci qualcosa di miracoloso, poche le informazioni interessanti nel dispersivo mare di internet che poche donne, dopo i cinquanta, frequentano.
Ha deciso quindi di scrivere questi racconti, con l’intento di dare informazioni utili, facili, fruibili e basate su evidenze scientifiche ma tradotte dal “medichese” al, come dice lei, “Barbarese” prendendosi anche il rischio di sembrare di parte o troppo esplicita su alcuni argomenti. È un’ostetrica, una donna tra le donne, una professionista della fisiologia femminile.
Xo Xo Rita Angelelli